Dal punto di vista di un assessore al bilancio, qual è lo stato di salute degli enti locali ad oggi?

Monia Faltoni: Non al massimo, basta pensare che il comparto enti locali ha dato moltissimo in termini di risanamenti delle finanze pubbliche: si parla di ben 12 miliardi di euro dal 2010 al 2015. Nel 2015 – per effetto della finanziaria approvata dal governo Renzi – per la prima volta i tagli si sono fermati. Per quanto riguarda Prato devo dire che, al netto delle difficoltà spesso riscontrate dai Comuni, siamo orgogliosamente al primo posto in Toscana per gli investimenti in ambito Sociale. Non penalizzare l’ambito che riguarda le persone in difficoltà, è stato un punto imprescindibile per questa giunta. Abbiamo cercato di risparmiare in servizi che interessano un po’ meno la quotidianità dei cittadini: oltre al costante monitoraggio delle spese, abbiamo reinternalizzato ad esempio i servizi relativi all’area sinistri. Per i dipendenti è un lavoro maggiore che però consente un risparmio annuale di circa 300mila euro, messi immediatamente al servizio dell’emergenza alloggiativa. Oppure ad esempio abbiamo elaborato il servizio di car sharing aziendale e abbiamo venduto le auto che a nostro avviso erano di troppo. Come in un bilancio familiare, occorre fare attenzione a tutto quanto.

In parole semplici, come funziona il bilancio di un Comune. Quando si fa, come e quali sono le priorità di questa giunta in merito?

M.F.: Funziona così: alla fine di ogni anno è fissata la data per presentare il bilancio di previsione, e cioè un bilancio che illustra le risorse stanziate per l’anno successivo. Spesso il Governo – per ragioni proprie, tipo norme che subiscono modifiche all’ultimo momento – posticipa la data limite di presentazione di qualche settimana o di qualche mese. C’è poi il bilancio consuntivo da presentare entro il 30 aprile (ma sulla data vale lo stesso discorso del bilancio di previsione) che riassume come sono stati spesi i soldi l’anno precedente. Il consuntivo può chiudersi in avanzo o in disavanzo. Non è opportuno che chiuda in avanzo perché significa che sono stati chiesti ai cittadini più soldi del dovuto. Chiaramente non è opportuno nemmeno un eccessivo disavanzo poiché significherebbe aver speso oltre le proprie possibilità. L’ottimale è un leggero avanzo che sta a significare che il comune spende ed investe le risorse in modo continuo. In questo l’attuale giunta ha dato moltissimo: basta pensare ai tre grandi progetti, già finanziati e in partenza: il parco dell’ex ospedale, il raddoppio della Declassata e la riqualificazione del Macrolotto Zero.

Da qui e la fine del mandato come si procederà?

M.F.: Innanzi tutto approveremo al massimo entro la fine di gennaio il bilancio preventivo. Dopodiché la parola d’ordine per il 2018 sarà “periferie”. Con il concretizzarsi della vendita dei terreni di Iolo, per un valore di 32 milioni di euro circa, andremo ad investire su progetti immediatamente cantierizzabili. Continuerà inoltre il lavoro del Comune per le scuole del territorio: grazie ai contributi de La Buona Scuola abbiamo già fatto un bel lavoro e continueremo su quella strada.

La più grande soddisfazione da assessore, da inizio mandato a oggi.

M.F.: Una delle soddisfazioni più grandi è stata quella di approvare il bilancio entro i termini, appena insediata. Non accadeva da almeno 5 anni. E’ stato un bel risultato di squadra, insieme agli uffici del Comune, ma anche un bel lavoro derivato d auna forte volontà politica. Il bilancio nel 2014 era in anticipazione di tesoreria: vale a dire, in sintesi, che fino ad allora si era speso più di quanto si incassava, il tutto per un gap di circa 28 milioni. La soddisfazione è stata chiudere il consuntivo dello scorso anno con +28 milioni. Un gap colmato e una dimostrazione che per fare il bene della città, i conti ben fatti sono indispensabili.