Insegnante di Palermo sospesa, i candidati della lista Pd: “Grave censura sul libero pensiero di alunni che si stanno formando per essere cittadini di domani”

“Corre sui social e sugli organi di stampa la notizia della professoressa di una scuola secondaria di secondo grado di Palermo, sospesa per 15 giorni dal servizio. La docente ha picchiato un alunno? Ha offeso un’alunna? Ha omesso di effettuare valutazioni e compiti in classe? Ha urlato in classe in preda ad un attacco d’ira oppure ha dimenticato di fare lezione spiegando gli argomenti della materia che insegna? Ha tenuto atteggiamenti non consoni al profilo professionale docente? Quanto emerge dalle notizie non lascia trapelare nulla di tutto ciò.La docente è stata sospesa perché alcuni dei suoi studenti, a seguito di un percorso didattico di riflessione e in occasione della Giornata della Memoria, hanno preparato un video, che mette a confronto il cosiddetto decreto sicurezza e le leggi razziali del 1938 L’ispezione ministeriale, partita da un tweet di un attivista della destra locale palermitana e indirizzato al ministero della pubblica istruzione, avrebbe condotto a rilevare la mancata sorveglianza della docente sugli alunni. Mancata sorveglianza che si configura, nel caso specifico, come “mancata censura” del pensiero degli alunni. La docente avrebbe dovuto far rimuovere l’accostamento di confronto tra leggi razziali e decreto sicurezza. Di questo viene accusata Rosa Maria Dell’Aria e, per questo, è stata sospesa dal servizio.

La docente, sembra di capire, avrebbe dovuto vestire i panni del censore preventivo per non veicolare un contenuto che nasceva dai propri alunni. Già questo punto rende gravissimo l’atto di sospensione dal servizio: è garantita dalla Costituzione italiana la libertà di insegnamento, un principio che, pur nella mitigazione delle decisioni collegiali che ogni scuola adotta per svolgere il proprio lavoro in piena autonomia scolastica, rimane vivo e va sempre salvaguardato.

Se ciò non bastasse, l’atto di sospensione risulta ancor più grave in quanto fondato su un fatto che non è tipizzato nella normativa. Se si legge il testo unico della scuola (che ancora oggi è vigente e quindi è riferimento per questo tipo di situazione), si trova che “La sospensione dall’insegnamento o dall’ufficio consiste nel divieto di esercitare la funzione docente o direttiva, con la perdita del trattamento economico ordinario, salvo quanto disposto dall’articolo 497. La sospensione dall’insegnamento o dall’ufficio fino a un mese viene inflitta:

  1. a) per atti non conformi alle responsabilità, ai doveri e alla correttezza inerenti alla funzione o per gravi negligenze in servizio; b) per violazione del segreto d’ufficio inerente ad atti o attività non soggetti a pubblicità; c) per avere omesso di compiere gli atti dovuti in relazione ai doveri di vigilanza” (Art. 494 – Sospensione dall’insegnamento o dall’ufficio fino a un mese).

La motivazione della sospensione dal servizio della professoressa viene incardinata nel punto c), ma, è fatto assodato, e vi è giurisprudenza consolidata, che il comma specifico sia da riferire alla sorveglianza fisica per l’incolumità degli alunni e delle alunne. Per dirla in termini semplici: la sorveglianza per cui un docente può essere sanzionato entra in gioco se abbandona la classe per andare al bar o se omette di controllare che tutti gli alunni siano saliti sull’autobus al rientro dalla gita, giusto per fare due esempi pratici. Non è mai sorveglianza sul prodotto didattico laddove questo non lede principi etici come ad esempio offese e mancanza di rispetto a soggetti o uso di materiali non consoni.

L’’accostamento del decreto sicurezza alle leggi razziali per un raffronto critico non rientra in questa tipologia di “mancata sorveglianza”. Troviamo inappropriata la solerzia degli ispettori ministeriali a leggere in modo iperestensivo una norma per piegarla a finalità altre da quelle che le sono proprie. Questa sembra invece solo l’ennesima iniziativa verso la repressione del pensiero divergente e del dissenso: oggi la censura sul libero pensiero di alunni che si stanno formando per essere cittadini di domani, un altro giorno la rimozione di striscioni di protesta contro un certo personaggio, in altro giorno ancora la polizia che ferma due persone e ritira loro dei cartelloni di protesta su cui erano scritte frasi di note canzoni di notissimi cantautori della storia della musica italiana.

Auspichiamo che le tutte forze politiche democratiche prendano una netta posizione di protesta, sia in Parlamento sia con altre forme e modalità, sull’episodio specifico della docente palermitana e sugli altri episodi. Auspichiamo che i sindacati siano fermamente al fianco di questa docente, tutelandone la dignità professionale e umana. Esprimiamo, infine, come candidati PD per il Consiglio Comunale di Prato, fortissima solidarietà alla docente”

 

I candidati della lista Pd