09.01.2014

Il ricorso al Tar della Provincia di Prato al Piano Strutturale voluto dalla Giunta Cenni non può essere letto come contrasto politico ma è invece un’opposizione civile, forte e decisa, ad una politica di pianificazione del territorio che può portare seri danni allo sviluppo della nostra città. Quello approvato dal Comune è un Piano svuotato completamente di contenuti e che manifesta l’assenza di un’immagine della Prato del futuro. Purtroppo si deve anche sottolineare come nel percorso di approvazione del Piano Strutturale della Giunta Comunale sia stato ignorato completamente il passaggio della Partecipazione, che nella definizione di un Piano Strutturale ha un importante ruolo: dà risposte concrete alle richieste dei cittadini e stimola i contributi nei processi che possono definire il futuro di una città.

Filippo Alessi, responsabile urbanistica del PD Prato, interviene sul tema. “Il ricorso fatto dalla Provincia è un bene, perché dà la possibilità di bloccare previsioni sbagliate del Piano strutturale del Comune che avranno il solo effetto di consumare altro terreno verde; ma non è sufficiente bloccare, dobbiamo pensare ad un Piano strutturale utile allo sviluppo del territorio. Una matura riflessione sulla sostituzione, riqualificazione o completamento del tessuto urbano avrebbe effetti più tangibili sul comparto edilizio ottenendo contemporaneamente una sostenibilità degli interventi. Serve un nuovo approccio alla materia come dimostrano anche le conclusioni del lavoro organizzato dagli ordini professionali di Prato sulla riqualificazione urbana sostenibile”.

I terreni urbanizzati presentano fenomeni di irreversibilità con effetti perenni: in Toscana ogni anno vengono consumati, urbanizzandoli, 15mila ettari di verde; questa situazione impone un uso più consapevole oltre che sostenibile del territorio. Un uso del suolo che preveda nelle aree boschive e agricole nuova edificazione, entra in contrasto con una realtà di dissesto idrogeologico dove sono in gioco nuove problematiche dovute alla deindustrializzazione, con conseguente innalzamento della falda, che si sommano al blocco degli interventi di tutela ancora fermi per il Patto di Stabilità. Inoltre la continua frammentazione delle aree agricole danneggia lo sviluppo del settore costretto a spazi inadeguati e residuali che ne pregiudicano l’ingresso nel mercato. La nuova edificazione non può neppure essere considerata un incentivo al comparto edilizio, prova ne sono i moltissimi appartamenti invenduti e cantieri interrotti per mancanza di domanda e per la  saturazione del mercato.

Il PD Prato ha una visione urbanistica totalmente diversa dal centrodestra. “Siamo convinti che debba essere ripensato il modello di sviluppo della città, che non può essere incentrato sul consumo di nuovo suolo agricolo – prosegue Alessi. – Noi abbiamo in mente un modello di sviluppo sostenibile incentrato sul riuso e la riqualificazione energetica e funzionale del tessuto urbano esistente, sull’uso crescente delle energie rinnovabili, sull’innovazione tecnologica e digitale, con in testa l’obiettivo prioritario, per pianificare  la città, di favorire le opportunità di impresa e gli investimenti produttivi ed allo stesso tempo di migliorare la qualità della vita dei cittadini. Per noi l’urbanistica non può più essere una mera gestione dell’esistente come quando l’economia sorreggeva l’intero settore bensì l’opportunità di costruire una città migliore che risponda ai bisogni di chi vuole fare impresa e di chi vive in questo contesto profondamento mutato. Per questo il PD sta lavorando alle proposte per la città, proposte che verranno inserite in un percorso di partecipazione, perché la città del futuro deve essere pensata insieme ai cittadini e per i cittadini”.