In queste ore non possiamo che unirci alla battaglia del Deputato PD Khalid Chaouki. Khalid ha scelto di testimoniare e rendere pubblica la drammatica situazione dei CIE Italiani. Luoghi dove troppo spesso vengono dimenticati i più elementari principi giuridici e dove le condizioni igenico-sanitarie sono disastrose.
La battaglia però non può rimanere confinata alla testimonianza personale anche se espressa da un Deputato della Repubbl
ica. È necessaria una presa di posizione forte di tutto il Partito Democratico contro i CIE e contro le modalità ed i termini di permanenza che li rendono dei veri e propri centri detentivi.
È arrivata l’ora che il partito decida seriamente quale politica di ingresso vuole perseguire e quali devono essere le modalità di eventuale respingimento dello straniero irregolare. Non credo che vi possa essere altra strada che l’ancoraggio alla Costituzione ed ai tempi di restrizione previsti dalla Carta Costituzionale.
La inevitabile riforma della legge Bossi Fini (da stralciare quasi completamente) dovrà prevedere forme di emersione dalla irregolarità diversificate, un serio programma di rimpatrio volontario assistito e garantire l’allontanamento a coloro che davvero rappresentano un pericolo per l’ordine pubblico. In questo quadro i CIE risultano inutili e costosi.
Prendiamo l’azione di Khalid Chaouki, facciamola diventare una riflessione generale su ciò che non può essere rimandato a future legislature, un punto di inizio per sgretolare i luoghi comuni e la paura che hanno costituito l’ossatura ideologica alla Bossi-Fini e che il Partito Democratico non può davvero tollerare ulteriormente
Simone Faggi – Segreteria PD Prato