07.03.2014 

“La domanda non è banale e oggi se la pongono in molte anche alla luce della deriva consumistica che la giornata ha preso negli ultimi anni. Mi piacerebbe provare a rispondere anche per  ribattere ad un’argomentazione che viene posta spesso da parte di donne ben informate e anche impegnate:  che senso ha celebrare le donne un giorno solo dell’anno? Ogni giorno dovrebbe essere la “Festa della donna”!

L’8 marzo non nasce come festa, ma come “Giornata Internazionale della Donna” e come tutte le giornate annuali è un modo, se volete un pretesto (anche se la data non è scelta a caso), per affrontare tematiche che non sono sempre all’ordine del giorno.

Non c’è dubbio che oggi alcuni fenomeni come la violenza contro le donne (che peraltro ha una sua giornata specifica il 25 novembre) beneficino di un’attenzione mediatica maggiore rispetto al passato. Viviamo in un paese che per la prima volta ha un governo a composizione paritaria e certo sono stati fatti grandi passi avanti su questo fronte. Ha ancora senso quindi avere un giorno dedicato esclusivamente alla questione femminili?

Prendiamo gli esempi citati sopra: la violenza sulle donne, l’attuale esecutivo, la questione più generale delle pari opportunità. La violenza sulle donne e la sua manifestazione più estrema, il femminicidio, ha purtroppo profonde radici culturali nel nostro Paese, Paese che fino agli anni ottanta prevedeva il delitto d’onore nel suo codice penale.

Oggi il fenomeno non sembra in calo, ma aumentano le denunce. Questo è positivo anche se siamo ancora lontani dalla soluzione del problema. Che siano ancora necessari profondi cambiamenti culturali nella nostra società lo dimostra lo spiacevole episodio di cui è stata vittima il ministro Boschi, inseguita da una “Iena” che invece di utilizzare i mezzi legittimi della satira ci ha propinato ancora una volta – con indubbio cattivo gusto – il solito stereotipo della donna bella e quindi “facile”. Abbiamo un governo con otto ministre, ma le donne continuano ancora ad essere pagate meno degli uomini sul posto di lavoro, subendo  discriminazioni per il solo fatto di essere in grado di avere figli. Donne costrette a rinunciare a tante opportunità perché il nostro Paese non mette a loro disposizione una rete di servizi pensata per conciliare lavoro e famiglia.

E’ per questo quindi che non basta che qualche gruppo di donne (e a volte anche di uomini) discutano di queste tematiche durante tutto l’anno, c’è ancora bisogno di un momento in cui il maggior numero possibile di persone possa partecipare alla discussione, un giorno per fare il punto e rilanciare perché c’è ancora tanta strada da fare.

Lasciatemi spezzare una lancia anche in favore della parola “Festa”, al di là delle cene tra amiche e degli spogliarelli maschili (questo sì si può fare tutti i giorni se se ne ha voglia), l’otto marzo deve essere anche l’occasione per celebrare la differenza, tra i generi e tra le donne. Ognuna di noi è unica e ha talenti e potenzialità che non devono restare inespressi. Abbiamo un’identità di cui il genere è uno dei tanti elementi, non necessariamente il più importante, ma certo non trascurabile.

Quindi continuiamo a festeggiare l’otto marzo e speriamo di essere sempre di più a ricordarsi delle donne anche il giorno dopo!”.

 

Giulia Anichini

Coordinatrice conferenza “Donne Democratiche” PD Prato