28.04.2014

“La storia dei 29 milioni di crediti inesigibili, millantata dall’assessore Milone, negli anni a seguire ha permesso di erogare gli stessi servizi mantenendo in equilibrio il bilancio: questa è la chiara dimostrazione che vi erano ampi spazi di manovra all’interno del bilancio, cosa che non si ripeterà nei prossimi anni”. Queste le parole di Cristina Sanzò, consigliere del gruppo PD in consiglio comunale. L’assessore Milone, con le sue mille contraddizioni, è l’immagine della disperazione di questa giunta: ha sostenuto uno stralcio poderoso di crediti inesigibili nel 2009 e chiede oggi flessibilità sui crediti non riscossi addossando ai dipendenti tutte le responsabilità.

Quando non si ha niente da nascondere le delibere si pubblicano e si rendono visibili senza che sia necessario il pressing del gruppo PD, senza che le richieste delle commissioni cadano ripetutamente nel vuoto. Probabilmente è più soddisfacente tagliare nastri, anche su opere già inaugurate, che non spiegare ai cittadini le difficoltà che dovranno affrontare e i tagli che dovranno subire nei servizi erogati dal Comune”.

Intanto mi sembra un’ottima notizia che il sindaco si sia ravveduto sulla via di Damasco e rinunci a quella “grande opera “ della Torre del vento – prosegue Sanzò – che sarebbe stata la “cartolina per promuovere la città”. Grazie a questa rinuncia sarà recuperato circa un milione di euro da contabilizzare nel prossimo bilancio, e secondo noi quell’importo dovrà essere indirizzato magari al sociale o all’edilizia scolastica . Detto ciò, la cosa che più rattrista di questa situazione è che il bilancio non versa in condizioni pessime per la mole degli investimenti effettuati, o per opere strategiche che potrebbero dare nuove possibilità a Prato, bensì per la sopravvalutazione di poste straordinarie che non hanno trovato l’introito sperato, per non parlare dei 70.000 euro che in tempi di crisi questa Amministrazione spende per Sgarbi . In sintesi i cittadini pratesi si troveranno a pagare più tasse per meno servizi. Questa è l’eredità della giunta Cenni e i numeri parlano da soli”.