“Aiutare poco più di 170 persone su una città che ne conta oltre 186mila non ha nulla a che vedere con il reddito di cittadinanza, misura usata in alcuni Paesi europei per sostenere le persone prive di occupazione. Ciò che un Comune può fare, a differenza di un Paese, è rispondere ai bisogni e alle urgenze dei propri cittadini. I consiglieri del M5S lo sanno ma preferiscono puntare a qualche titolo di giornale anziché contribuire a costruire un sistema di solidarietà solido e reattivo. Gli stessi colleghi del Movimento parlano di 520mila euro da spalmare, a 500 euro al mese, su un semestre; i conti si fanno presto: sarebbero in pochissimi (e con criteri molto stringenti) a trarne benificio”. Queste le parole di Gabriele Alberti, consigliere del Partito Democratico e presidente della Commissione Sanità e Sociale. “Tra l’altro l’esempio del Comune di Livorno, portato anche in commissione dai colleghi del M5S, è il meno calzante: dopo aver sperimentato per un anno il modello che oggi i pentastellati vorrebbero a Prato, hanno aggiustato il tiro nel 2017 mettendo a punto un sistema di sostegno uguale a quello che a Prato viaggia a pieno regime dall’inizio dell’anno. Usano nomi spot senza sapere che quel che oggi fanno a Livorno, a Prato è già in atto con il progetto “Nuova Prato Solidale”. Non solo: dal primo di gennaio sono state raccolte da Comune di Prato oltre 1700 richieste, di cui solo 300 sono state respinte per mancanza dei requisiti richiesti. Altri numeri rispetto alle nemmeno 200 che i Cinque Stelle si accontenterebbero di soddisfare”.