27.02.2015
“Cenni, al solito, è confuso. Cita a sproposito – e con dubbio gusto – il nostro concittadino Luca Ronconi, recentemente scomparso, facendo incredibilmente confusione con date e persone. Ronconi lascia Prato nel 1979, vi torna nel 1986 ed approda al Piccolo soltanto nel 1999, oltre un anno dopo la scomparsa di Giorgio Strehler. Se negli ultimi cinque anni Cenni, detto “il confuso”, fosse entrato una volta al Metastasio avrebbe avuto modo di sentirsi raccontare la storia del nostro teatro da chi ha contribuito a costruirla. Invece, al MET, di Cenni è passato solo il fantasma, un fantasma che ora si erge a difensore di un teatro che non conosce e che ha dimostrato di non amare”. Queste le parole del consigliere del Partito Democratico Gabriele Alberti, in risposta alla polemica sollevata dal consigliere Cenni. “Abbiamo capito che l’attuale consigliere comunale Roberto Cenni ha iniziato la sua campagna elettorale per candidarsi in consiglio regionale alle elezioni del prossimo maggio, e neppure ci stupisce questo approccio tutto rivolto al passato. D’altronde il presente dell’ex sindaco, trionfalmente bocciato a maggio scorso da 100mila elettori pratesi, è piuttosto mesto, politicamente. Da un ex sindaco ci aspetteremmo parole ponderate, frutto di studio e di applicazione, non di ipocrita ira per presunti ordini di scuderia. Dov’era, Roberto Cenni quando nell’autunno 2013 il Ministero annunciò le nuove regole del gioco per tutti i teatri d’Italia?
Era impegnato ad annunciare che – economicamente e finanziariamente, perché di questo si tratta e non dell’offerta artistica e culturale – il MET avrebbe dovuto avere lo stesso status del Piccolo di Milano. Ecco dov’era. A far propaganda senza curarsi dell’avvenire” prosegue Alberti. “Dov’era, Roberto Cenni, quando era il momento di non spendere 60mila euro per fuochi d’artificio oppure di non spendere 300mila euro per Prato Contemporanea? A non occuparsi della gestione corrente delle nostre istituzioni culturali, ecco dov’era. Pertanto, le sue lezioni, già bacchettate a maggio nel plebiscito inverso, può serenamente riporle nel cassetto. In attesa di non essere eletto in consiglio regionale e scommettendo semmai sul fatto che l’offerta artistica del Metastasio, divenuto noto al mondo quand’era un piccolo teatro comunale, non subirà colpi di sorta – conclude il consigliere democratico – Ancora un suggerimento: consiglio a Cenni, se gli avanza un momento di tempo, di studiarsi il decreto ministeriale sul fondo unico per lo spettacolo per poi tacere, su questo argomento, per sempre”.